A VOLTE RITORNANO… Qualche riflessione sulla mobilitazione antifascista a Scienze Politiche

Giovedì 1 dicembre, nella facoltà di Scienze Politiche di Milano, ha avuto luogo una giornata di mobilitazione antifascista, per ostacolare lo svolgersi di un’iniziativa organizzata da Azione Universitaria, gruppuscolo legato a quella che fu Alleanza Nazionale, faccia pulita nel panorama del neofascismo del nostro paese. Con il beneplacito dell’università tentavano infatti di mettere in scena una conferenza sulla crisi in Europa, la situazione italiana, e le possibili soluzioni; come relatori Renato Besana (giornalista di Libero noto per le sue collaborazioni con Forza Nuova) e Oscar Giannino (apologeta del neoliberismo più sfrenato sempre presente in molti talk-show spazzatura). Ovvero, ci venivano a spiegare come risolvere la stessa crisi che loro stessi hanno contribuito a creare in anni e anni di governo.

Dall’assemblea fatta Mercoledì, è nata quindi l’esigenza di costruire un momento di lotta condiviso: decine di studenti si sono raccolti nel cortile già dalla mattinata, con banchetti informativi, interventi, musica, pranzo sociale. I fascisti sono arrivati, come da copione, protetti da un impressionante spiegamento di forze di polizia. Sono entrati da una porta di servizio, mentre tutta la facoltà e i suoi accessi erano presidiati da studenti. Quella che doveva essere una pubblica conferenza in aula 26 si è trasformata quindi in un’esigua presenza (senza conferenza e senza un relatore) nell’aula 3, sorvegliata a vista da schiere di polizia in borghese dentro la facoltà e celerini nelle vie adiacenti pronti ad intervenire.

Qui c’è da essere chiari: questi soggetti, che ci impongono i tagli all’università, le missioni militari, la continua precarizzazione del mercato del lavoro, ora si scandalizzano se qualcuno gli nega l’agibilità politica; ma la cosa non deve stupire: proprio coloro – studenti e lavoratori – che subiscono ogni giorno gli effetti delle politiche da macelleria sociale di questi politicanti, si sono opposti praticamente, e con determinazione, alla loro presenza in facoltà.

Intanto, le stesse autorità accademiche che spianano la strada a questi loschi figuri, chiudono le porte in faccia agli studenti che rivendicano spazi di socialità o di dibattito critico dentro le mura dell’università. Ogni occupazione di spazi vuoti viene infatti gestita come un problema di ordine pubblico. Lo spazio di via Livorno è stato sgomberato più volte dalla polizia, lo spazio sotto la biblioteca (Scantinato 28) sprangato e chiuso all’accesso. Ma i baroni non si fanno certo problemi: mentre predicano la flessibilità lavorativa e intrattengono relazioni col mondo imprenditoriale, autorizzano un’iniziativa assolutamente compatibile col sistema di  potere di cui sono espressione.

Per questo motivo, la tematica dell’antifascismo non può che essere collegata a percorsi di lotta più ampi: contrastare l’aziendalizzazione dell’università, ulteriormente accelerata dalla riforma Gelmini, è il contesto entro il quale si colloca la nostra presa di posizione contro Azione Universitaria (che ha voluto, appoggiato e difeso tale riforma).

La logica dello scontro tra opposti estremismi, neri contro rossi, si è quindi infranta davanti alla quantità di studenti comuni, giovanissimi, che hanno partecipato attivamente alla giornata e alla sua preparazione. Ancora una volta si è visto come questa non sia una battaglia contro il fascismo in quanto ideologia, bensì contro un modello sociale capitalistico ormai decrepito, le cui contraddizioni ci stanno trascinando sempre più a fondo.

Quello che conta, è che la nostra opposizione passi dalle lotte quotidiane, che vengono portate avanti nelle facoltà, nelle scuole, nei quartieri, nei luoghi di lavoro. Combattere la svendita dell’università, le manovre economiche lacrime e sangue, e rivendicare garanzie e diritti per coloro che producono la ricchezza di questa società, è ciò che crea il retroterra per togliere spazio ai fascisti di ogni risma, di strada o di governo, dentro e fuori le università.

Assemblea scienze politiche

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