ripubblichiamo sotto il comunicato scritto, come rete delle realtà
studentesche
autorganizzate -Rednet-, assieme agli altri collettivi universitari che vi partecipano.
All’alba della mattinata del 6 luglio sono stati arrestati
21 compagni (12 a Torino, 3 a Padova, 4 a Bologna, 1 a Milano, 1 a Napoli), in
seguito agli scontri avvenuti il 19 maggio scorso a Torino, durante le
mobilitazioni contro il G8 University Summit.
Come se non bastassero le cariche, le leggi restrittive
del diritto di sciopero e di manifestazione, il pacchetto sicurezza ed il clima
emergenziale creato in vista del G8, questi arresti stanno a ricordarci quanto
la repressione si stia alzando in questi ultimi mesi, colpendo chi si è opposto
al tentativo di “farci pagare la crisi”.
…chi colpisce…
Gli studenti hanno dimostrato di saper rispondere
in quelle giornate di luglio, in maniera conflittuale ed organizzata, a quelle
che sono le ricette padronali per l’Università: una ricerca asservita alle
imprese, un sapere modulare e quindi produttivistico e dequalificato, una
selezione di classe a più livelli, la creazione di Università a due velocità,
la conservazione del sistema baronale. Questo gruppo sociale si è sollevato un
po’ in tutta Europa, dalla Francia alla Grecia, dalla Germania ai Paesi
Catalani, dall’Italia alla Spagna, ed ha avuto come obbiettivo quello di
affossare le riforme degli ultimi dieci anni, di sdoganare la ricerca e la
formazione dagli interessi delle imprese, interessi divenuti legge grazie
all’applicazione progressiva del Processo di Bologna, che quest’anno ne ha
compiuti dieci. Non è un caso che siano per la maggioranza studenti i compagni
arrestati.
…e perchè…
La classe al potere teme che il conflitto sociale
si estenda dal mondo della scuola e dall’Università al mondo del lavoro,
ugualmente e più profondamente colpito dalla perdita di diritti collettivi e di
salario reale per salvare i profitti altrui. Il G8 rappresenta uno dei momenti
in cui tutti i rigagnoli delle lotte (da quelle studentesche a quelle sul
lavoro) confluiscono in un’opposizione politica unica ai “padroni della Terra”.
È un’occasione per dare forma ad una conflittualità e ad un disagio latente che
può unire sotto la stessa parola d’ordine studenti e lavoratori. No al G8 dei
padroni. Gli arresti, avvenuti a quattro giorni dal controvertice
internazionale de L’Aquila, costituiscono una chiara intimidazione per tutti
coloro che vorranno criticare fino in fondo questo sistema socio-economico, che
ci espropria del nostro tempo, del nostro lavoro, della nostra intelligenza.
A Torino non sono riusciti nel tentativo di creare
divisioni tra chi si è scontrato con la polizia e chi ha voluto mantenere una
innocuità di fondo. Ci hanno provato, ma è risultato evidente che a Torino il
teorema del black block, tanto in voga a Genova nel 2001, non ha funzionato,
poiché gli studenti hanno mantenuto un’unità di fondo, che si manifesta oggi
nella solidarietà espressa agli arrestati da varie città. Sono stati occupati rettorati,
facoltà, ci sono stati vari cortei studenteschi non autorizzati (nonostante
siamo a luglio!!), e ce ne saranno nei prossimi giorni, a sottolineare che non
lasceremo soli i compagni, e che la lotta non si arresta.
SOLIDARIETA’ MILITANTE AGLI ARRESTATI!!!
LIBERI TUTTI LIBERI SUBITO!!!