Teniamo alta la tensione: Alessandro e Domenico liberi subito

 

 

Corteo contro il G8 del università 19-05 a Torino

 

Nel corso della manifestazione nazionale contro il G8 University Summit a Torino,
martedì 19 maggio, sono stati tratti in arresto due compagni, Alessandro e
Domenico. Dai presidi sotto il carcere dove sono attualmente detenuti, agli
striscioni di solidarietà apparsi in moltissimi atenei, il movimento che dal
luglio scorso si batte contro i tagli all’università ne rivendica a gran voce
l’immediata liberazione.

Il corteo di martedì, momento conclusivo delle giornate di mobilitazione
contro questo summit di rettori e baronie varie, si colloca pienamente
all’interno dei percorsi che il movimento di quest’autunno ha saputo
sviluppare: dall’occupazione di spazi nelle facoltà, ai cortei selvaggi, ai blocchi
nelle strade e nelle stazioni.

Giornali e media in generale hanno tentato, e cercano tuttora, di separare
la “parte buona”, magari quella che cerca il dialogo con le istituzioni
universitarie, e la “parte cattiva”, gli infiltrati, i “professionisti della
protesta” il cui unico obiettivo è “creare disordini”. Rispediamo al mittente
questa falsificazione, esprimendo la nostra più sincera e completa solidarietà
ai due arrestati.

 

Ribadiamo ancora una volta che i veri criminali sono coloro che precarizzano
il lavoro e le nostre vite, sono coloro che votano le missioni di guerra, che
rinchiudono gli immigrati nei CPT, che licenziano i lavoratori “improduttivi” e
tagliano con la mannaia sanità, istruzione, servizi sociali. Come già detto
mille volte, i costi di questa crisi, da loro provocata, li paghiamo noi,
studenti e lavoratori.

Per questi motivi siamo andati a Torino, dove i veri criminali stavano
asserragliati nel castello del Valentino a discutere di sostenibilità dal punto
di vista “neutrale” della scienza, dove per “neutrale” si intende quella finalizzata alla
massimizzazione del profitto. Poco importa se ci si arriva con quattro morti
sul lavoro al giorno.

 

Ciò che accettano è solo l’opposizione pacifica, o pacificata. La
testimonianza è l’unica forma di dissenso praticabile. Peccato che in questa
struttura sociale totalmente militarizzata, dove qualsiasi comportamento
minimamente “deviante” può avere come risultato denunce o arresti, le sole
parole non hanno nessun peso, sono lettera morta. Da questo ragionamento derivano
le occupazioni, i cortei selvaggi, i blocchi. Siamo consapevoli che già nei
prossimi mesi vedremo gli effetti dei tagli che si abbatteranno a raffica sugli
atenei e i frutti delle misure che rendono ancora più precario il lavoro. E i
baroni riuniti a Torino, paladini di flessibilità e libero mercato, tutto
questo lo sanno molto bene, salvo poi tenersi ben stretti i loro privilegi, e
la loro fetta di torta.

 

Alessandro e Domenico sono e saranno parte delle mobilitazioni che si
oppongono e si opporranno alla mercificazione dell’università e della società
in generale, per questo ne chiediamo la liberazione.

 

Alessandro e Domenico liberi subito.

 

 

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