Assemblea Pubblica con tutte le componenti del mondo della conoscenza

Assemblea mondo conoscenzaNegli ultimi due mesi la scuola di ogni ordine e grado ha affermato il
proprio dissenso e contrarietà nei confronti del piano Gelmini-Tremonti di smantellamento dell’intero sistema di
istruzione pubblica. Dietro lo slogan di questa mobilitazione “noi la crisi non
la paghiamo” c’è il chiaro obiettivo di non limitare questo noi al solo mondo
universitario, o al solo mondo scolastico.

L’obiettivo è quello invece di identificare nel NOI tutti quei soggetti su cui vogliono far ricadere i costi di
questa crisi: lavoratori, precari, maestri, studenti, migranti. Questa crisi
finanziaria, crisi economica ed ennesima crisi del capitalismo ha il chiaro
obiettivo di di far pagare alla società
i suoi costi
. In che modo avviene questa ‘socializzazione delle perdite’ da
parte del sistema economico? Avviene attraverso i tagli dei servizi e dello
stato sociale, precarizzando il mondo del lavoro, minacciando il contratto
collettivo nazionale, distruggendo il sistema dell’istruzione pubblica.[…]

 INVITIAMO
AD UN’ASSEMBLEA PUBBLICA

studenti
medi e universitari,personale
tecnico-amministrativo,personale ATA, ricercatori  e diversamente strutturati (dottorandi,
assegnisti), maestri, professori e docenti

Assemblea di Facoltà di Scienze Politiche

Per info e contatti: scienzepolitichemilano@inventati.org

Scipolmilano.noblogs.org

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La Crisi Finanziaria internazionale, la legge 133 ed il caso Alitalia. Incontro Martedi 25-11 h_16 Aula 5

alitalia

Come i politicanti vogliono fare pagare gli effetti di
una crisi figlia di un sistema economico irrazionale agli studenti ed ai
lavoratori.

 

“Noi la crisi non la paghiamo” è lo slogan che
caratterizza la mobilitazione degli studenti. Tuttavia, il nesso tra la crisi
ed i tagli all’università è un tassello parziale all’interno di un quadro più
ampio che mira a salvare i soggetti responsabili della crisi, ossia banche ed
imprese, attraverso i “sacrifici” dei soggetti che ogni giorno producono la
ricchezza che viene erosa dalla speculazione finanziaria.

Studenti, maestri e personale delle scuole elementari e
medie, lavoratori del settore pubblico e privato, metalmeccanici che scenderanno
in piazza il 12 dicembre e lavoratori di Alitalia sono il corpo sociale su cui
il potere politico sta tentando di scaricare gli effetti di una crisi prodotta
e figlia di un sistema economico irrazionale. Tale dinamica, crediamo, può
essere

interrotta solo se questi soggetti sapranno riconoscersi
come appartenenti allo stesso corpo sociale avente gli stessi interessi.

 

– Relazione sulla crisi finanziaria internazionale:
relatore
Antonio Pagliarone

– L’ulteriore precarizzazione del lavoro operata dalla L.
133: relatore
Assemblea Studenti Scienze Politiche

Il potere politico
dietro al fallimento di Alitalia: relatore
lavoratori Alitalia

 

FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE, AULA 5.

MARTEDI 25 NOVEMBRE, ORE 16

VIA CONSERVATORIO 7 (MI),

 

Assemblea Studenti Scienze Politiche

 

 

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La legge 133 non colpisce solamente l’università.

alberto

Analisi partita da un compagno dell’assemblea di Scienze Politiche sulle conseguenze che la legge 133 ha sul mercato del lavoro in maniera diretta e indiretta.

La presentazione è  fatta in maniera tale da
favorire la massima comprensione e discussione fra i collettivi e le assemblee
che si muovono sul terreno della riflessione e dell’opposizione incondizionata
alle politiche neoliberiste e/o riformiste dei governi degli ultimi anni, in università e altrove.

Politiche che tendono a scaricare gli effetti della crisi sulle classi che stanno sul fondo della piramide sociale, mentre il sistema-fonte delle diseguaglianze rimane indiscusso.

clicca sotto per scaricare la presentazione. 
La legge 133.pdf

 

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È possibile oggi una riflessione…

La città si ferma. Siamo noi il nuovo sangue nelle arterie della metropoli.

Nel momento in cui
una mobilitazione acquista una forza reale, ogni parte in causa è costretta a
fare le proprie mosse. In queste settimane abbiamo sollevato alcune questioni,
e lo ab- biamo fatto attra- verso gli strumenti concreti delle assemblee, dei
cortei selvaggi, dei blocchi stradali, delle lezioni in piazza. Abbiamo
acquisito una visibilità direttamente proporzionata alla nostra forza.

Nessuno è potuto
stare a guardare: il governo ha congelato temporaneamente il decreto, i baroni
hanno tentato di recuperare sui nostri contenuti proponendo le LORO parole
d’ordine, giornalisti e politicanti ci hanno descritto come un movimento
trasversale, post-ideologico, a-politico. Persino i gruppi di destra ed estrema
destra si sono buttati nella mischia, talvolta pescando, tra le pratiche che ci
appartengono, quelle funzionali  al caso
loro (tipo le lezioni in piazza), talvolta tentando con azioni di forza di
guadagnare la testa dei cortei.

Lo sappiamo bene,
la lotta paga, e questa ne è una prima dimostrazione. Ma ora occorre stare
molto attenti. Saper collocare al posto giusto ogni presa di posizione di
qualsiasi soggetto –  dal governo ai
baroni – è la porta stretta dalla quale passerà la nostra capacità di
determinare, in autonomia, lo sviluppo del movimento.[…]

 

scarica l’intero volantone cliccando sotto
Onda 008 num.2.pdf

oppure in formato .jpeg cliccando sulle pagine

 Secondo volantone pg1Secondo volantone pg2

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Saperi critici contro la crisi

lezioni in piazza Duomo 24-10-08

All’interno di questa mobilitazione, che dura ormai da settimane, continuiamo a riprenderci spazi in città, dove poter diffondere e condividere saperi critici. Di giorno in giorno si alternano le lezioni all’aperto, i cortei spontanei fatti da studenti e lavoratori che bloccano le arterie della metropoli, i picchetti davanti ai cancelli e le assemblee nelle facoltà. Assieme a ricercatori, assegnisti e docenti ci organizziamo per costruire, da protagonisti, un’università libera e critica dove discutiamo della realtà che ci circonda e riflettiamo apertamente sul nostro futuro. Usciamo dalle facoltà e riprendiamoci le strade e le piazze, per dire che se l’università è in crisi la colpa è di chi la gestisce. Infatti gli “sprechi” non sono determinati dall’eccesso dei fondi, ma dal fatto che questi sono gestiti da lobby di baroni. Vogliamo dimostrare che coloro che nelle piazze si mobilitano per rivendicare un’istruzione pubblica non sono certo “fannulloni”, ma dell’università sono la parte sana. Oggi, Venerdì 7-11 sarà un’altra giornata dove metteremo in pratica tutte queste modalità di lotta per ribadire la nostra opposizione ai tagli alla scuola, all’università, e allo stato sociale. Partiremo dalle tutte le facoltà di Milano (Festa del Perdono, da Scienze Politiche, Città Studi, Politecnico)per essere in piazza Duomo alle 12, quando cominceranno le lezioni.


LEZIONI IN PIAZZA DUOMO VENERDI’ 7 NOVEMBRE
(GALLERIA IN CASO DI PIOGGIA):

12.00 –  13.00    Relatore Terreni (Dottorando in Lettere)
Argomento della lezione–>La ricerca infinita del partigiano Milton

12.00 – 13.00 Aglae Pizzone Assegnista (Scienze dell’Antichità)
Argomento della lezione–>Forme di dissenso politico e malcontento sociale nella tarda antichità

12.00 – 13.00 Loris Caruso Ricercatore precario
Argomento della lezione–>I movimenti sociali e i movimenti studenteschi

13.00 – 14.00 Adam Arvidsson Professore Associato (Scienze Politiche)
Argomento della lezione–>L’economia del sapere

13.00 – 14.00 Marco Gallarino Dottore (Filosofia)
Argomento della lezione–>La natura politica del sapere nella ‘Monarchia’ di Dante Alighieri

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L’onda non è rappresentabile, la vera riforma non passa dai baroni…

il pittore Japonese Katsushika e la sua onda.Nelle
ultime tre settimane è nato e cresciuto un forte movimento nel mondo della
scuola e dell
‘ università che sta
mettendo in difficoltà il governo:
dichiarazioni smentite in poche ore e
Ministri che disertano le iniziative pubbliche per paura delle contestazioni.
Da ultimo, il 2 novembre Berlusconi ha dichiarato che è meglio rimandare la
presentazione della riforma dell’università perché il clima è troppo teso.
L’opposizione (PD) e le autorità accademiche (CRUI e AQUIS), finora silenti,
decidono di uscire allo scoperto per cavalcare le mobilitazioni e proporci
quella che chiamano “la vera riforma dell’università”.
Quella prospettata da
loro è una falsa soluzione
: preservando gli atenei “virtuosi” e lasciando
affondare gli atenei meno “eccellenti” non si arriva ad un miglioramento del
sistema universitario italiano. L’università è in crisi per colpa di chi la
gestisce. Infatti gli “sprechi” non sono determinati dall’eccesso dei fondi, ma
dal fatto che questi sono gestiti da lobby di baroni. In base a che cosa i
baroni della CRUI, dell’AQUIS e del PD vorrebbero valutare il merito?
 
Quando si
pensa al merito si crede che sia possibile misurare il valore di uno studente,
di un lavoratore, di un ricercatore, di un docente, in base ad una scala ‘oggettiva’.
In realtà la scala che ci propongono esprime un chiaro indirizzo politico,
quello espresso nelle linee guide dei processi di Lisbona e di Bologna:  affiancare a ogni riforma del mercato del
lavoro una riforma del mondo della conoscenza per adeguare sempre più
l’orientamento della didattica e della ricerca agli interessi delle imprese.

In tutto
ciò, ai baroni non interessa che l’università rimanga pubblica o diventi
privata, quanto che essi non perdano le proprie nicchie di potere.

Noi non pagheremo né la crisi del capitale, né la crisi dell’università
baronale.

Non siamo
in mobilitazione per difendere l’esistente ma per trasformare l’università dal
basso e in autonomia.

 

Appuntamenti
alla facoltà di Scienze Politiche via Conservatorio 7

 

Martedì h. 16:00 aula 5 
“Giornalismo e manipolazione” con A. Robecchi giornalista del
Manifesto.

Mercoledì 5/11, Assemblea di facoltà h. 12:30 in cortile
(in caso di maltempo l’assemblea si farà lo stesso in un luogo coperto)


Assemblea di Facoltà di Scienze Politiche

 

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Incontro con Alessandro Robecchi su realtà e ricostruzioni mediatiche.

giornaliMARTEDÌ 4 NOVEMBREgiornaligiornaliORE 16.30 AULA 5 giornali

FACOLTÀ DI SCIENZE POLITICHE VIA CONSERVATORIO 7

(MM1 SAN BABILA)  

 

Martedì a Scienze Politiche si parlerà di come i media influenzino la comprensione delle informazioni arrivando talvolta a creare la percezione di emergenze e fenomeni enfatizzati o inesistenti.

Si parlerà di come la mobilitazione contro la legge 133/2008 venga interessata da questi processi ma anche di come, prima di questo, siano stati creati altri allarmanti fenomeni, come l’emergenza sulla sicurezza o i "fannulloni" statali. La ricostruzione operata dai media è diventata il luogo principale di ricostruzione della realtà, ancor di più in un paese in cui l’informazione è sottoposta ad un capillare controllo politico.

Per questo crediamo che una riflessione sulla "logica dei media" sia irrinunciabile: per ribadire che esiste una differenza fra la realtà ed il suo simulacro giornalistico e, soprattutto, per riappropriarci di un’attitudine all’analisi critica di quello che ci viene spacciato come verità.

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Ancora un passo in avanti.

Quello che stiamo facendo non è ancora abbastanza. La manifestazione di
venerdì 17-10 ci ha dato solo u
na misura della nostra forza, della nostra
capacità di muoverci sul terreno della metropoli. Ora si tratta di usare
appieno questo potenziale, di trasformarlo in una forza capace realmente di
mutare l’esistente. Il momento è quello buono: la riforma che investe il mondo
dell’università è solo un tassello nei meccanismi di ristrutturazione sociale
che hanno visto i vari governi di destra-centro-sinistra uniti nel distruggere
lo stato sociale, o nel ridurre salari e pensioni.
 

Occorre muoversi in fretta: il continuo sviluppo di questa mobilitazione
non ci lascia tempi morti. Da quando abbiamo iniziato,
ogni livello raggiunto è
stato subito superato
:  dall’occupazione
del rettorato all’assedio del senato accademico, con i cortei interni che si
sono trasformati in blocchi stradali, mentre la manifestazione oceanica di
venerdì scorso ha paralizzato le vie di Milano. Per arrivare alla giornata di
Martedì 21, dove gli Stati Generali riuniti alla Statale hanno dato via ad un
corteo spontaneo ed assolutamente non previsto, che ha bloccato nuovamente il
centro della metropoli per ore. Dall’altra parte hanno risposto: la stazione di
Cadorna,tappa finale del corteo, è stata difesa a suon di manganellate dagli
sbirri di De Corato. Ma sappiamo bene che se ci colpiscono è perché rappresentiamo
una reale minaccia, è perché stavolta l’ingranaggio potrebbe incepparsi […..]

scarica l’intero volantoneSeconda pagina del volantone uscito nella settimano dopo il corteo del 17-10.Prima pagina del volantone uscito nella settimano dopo il corteo del 17-10.
Onda 008.pdf

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ABBIAMO INCOMINCIATO PER NON FINIRE

Continuano le mobilitazioni nelle Facoltà milanesi.

Oggi Scienze Politiche è
stata riempita da centinaia di studenti per l’assemblea di Facoltà, ambito
in cui da settimane gli studenti stanno decidendo l’ABC della protesta.
Subito dopo l’assemblea, gli studenti hanno continuato a lavorare in Facoltà
per le prossime iniziative e in centinaia si sono diretti verso Piazza Duomo
per seguire la lezione in piazza.

Mentre in Facoltà si organizzava la
presenza per domani al Consiglio di Facoltà e la giornata di venerdi della
"NOSTRA UNIVERSITA’", con numerose lezioni da diverse Facoltà e Accademie in
piazza Duomo, un corteo di centinaia di persone provenienti dalla lezione di
piazza Duomo ha invaso ancora una volta Scienze Politiche. Come ieri, come
venerdi e come in tutta Italia, ogni giorno le Università invadono strade e
Facoltà per ribadire la nostra incontrollabilità. Non è nostra intenzione
rimanere chiusi nei 4 muri degli Atenei, nemmeno chiudere le Università; la
nostra presa di parola punta a fermare la Gelmini per essere protagonisti
delle nostre Università, punta a bloccare la didattica per proporne altra
nelle piazze e nei cortili, vuole chiudere per aprire i cancelli e ha
cominciato per non finire.

Giovedi 23 Ottore: sit-in fin dalla mattina a Scienze politiche per il
Consiglio di Facoltà

Venerdi 24 Ottobre: " LA NOSTRA UNIVERSITA’" scende in piazza Duomo con
lezioni in piazza non solo da Scienze Politiche, con professori e
ricercatori
scienze politiche

ABBIAMO INCOMINCIATO PER NON FINIRE

il corteo entra nella facoltà dopo le lezioni in piazza.

 

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GLI STUDENTI SI RIPRENDONO LA CITTA’

una fiumana di gente che si riversa per le strade di Milano. Verso la prefettura.

Manif sauvage! Corteo incontrollabile di più di 3000 universitari dopo gli
stati generali

Stamattina migliaia di studenti e personale universitario proveniente da
tante Facoltà e Accademie, ha riempito l’aula Magna di via Festa del
Perdono. Tutte le componenti Universitarie hanno preso parola durante gli
Stati Generali, dando un ampio spaccato delle mobilitazioni contro i tagli
della Legge 133 di queste settimane. E’ stato ribadito da più interventi che
la mobilitazione è solo all’inizio, che ha incominciato per non finire e che
intende invadere e coinvolgere tutto il tessuto metropolitano.

Proprio per questo, richiamando alla mobilitazione di Venerdì di più di
50000 persone, che ha visto lo spezzone universitario occupare la Facoltà di
scienze politiche, e affiancandosi a tutte le mobilitazioni a livello
nazionale, che da diversi giorni stanno prendendo parola in numerose città
italiane, come Roma, Bologna e Palermo, gli stati generali si sono conclusi
con la proposta di un corteo per parlare alla città.

Usciti da via Festa del Perdono in più di 3000, tra studenti, ricercatori,
dottorandi assegnisti e lavoratori della Statale, il corteo si è diretto
verso la Prefettura passando per Palazzo Marino e incontrando sul percorso
altri cortei spontanei giunti da altre Facoltà e Accademie.

Proprio in questo momento la mobilitazione sceglie unanimemente
l’incontrollabilità: migliaia di persone decidono di mandare in tilt la
città. Consci che le arterie della città sono fondamentali per il suo
funzionamento, ci si dirige incontrollati verso la Stazione di Cadorna,
attraversando il centro della città. Come Venerdì, come in tutta Italia,
anche oggi abbiamo voluto ribadire che la nostra mobilitazione sarà
SELVAGGIA E DETERMINATA! Oggi il mondo universitario ha dato una forte
risposta, che sicuramente si oppone alla Legge 133, che non intende
rinchiudersi nelle 4 mura delle Facoltà impoverite dai tagli e che ha
iniziato a costruire la NOSTRA UNIVERSITA’!

 

Lezioni in piazza, assemblee nelle Facoltà, blocchi delle didattica e Manif
Sauvage: QUESTO E’ SOLO L’INIZIO!

manco abrogando la riforma ce ne andremo

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