È possibile oggi una riflessione…

La città si ferma. Siamo noi il nuovo sangue nelle arterie della metropoli.

Nel momento in cui
una mobilitazione acquista una forza reale, ogni parte in causa è costretta a
fare le proprie mosse. In queste settimane abbiamo sollevato alcune questioni,
e lo ab- biamo fatto attra- verso gli strumenti concreti delle assemblee, dei
cortei selvaggi, dei blocchi stradali, delle lezioni in piazza. Abbiamo
acquisito una visibilità direttamente proporzionata alla nostra forza.

Nessuno è potuto
stare a guardare: il governo ha congelato temporaneamente il decreto, i baroni
hanno tentato di recuperare sui nostri contenuti proponendo le LORO parole
d’ordine, giornalisti e politicanti ci hanno descritto come un movimento
trasversale, post-ideologico, a-politico. Persino i gruppi di destra ed estrema
destra si sono buttati nella mischia, talvolta pescando, tra le pratiche che ci
appartengono, quelle funzionali  al caso
loro (tipo le lezioni in piazza), talvolta tentando con azioni di forza di
guadagnare la testa dei cortei.

Lo sappiamo bene,
la lotta paga, e questa ne è una prima dimostrazione. Ma ora occorre stare
molto attenti. Saper collocare al posto giusto ogni presa di posizione di
qualsiasi soggetto –  dal governo ai
baroni – è la porta stretta dalla quale passerà la nostra capacità di
determinare, in autonomia, lo sviluppo del movimento.[…]

 

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