Da due mesi a oggi giornali, televisioni e in generale i Mass Media affrontano quotidianamente il tema delle occupazioni a scopo abitativo. Tale fenomeno, a seguito della presente crisi economica che mette in ginocchio un numero sempre maggiore di famiglie, ha assunto oggi una dimensione di massa.
I giornali parlano di 5000 appartamenti occupati nella sola Milano. Parallelamente centinaia di famiglie nell’impossibilità oggettiva di continuare a pagare affitti e mutui si trasformano da regolari a morosi. La risposta a questa situazione da parte della classe politica e delle forze dell’ordine è solo una: il pugno di ferro, ovvero sgomberi e sfratti. Buttare intere famiglie in mezzo ad una strada, è un Atto che viene ampiamente consentito e legittimato nei confronti dell’opinione pubblica con una incessante propaganda di criminalizzazione degli occupanti e dei loro solidali. Le prostitute della (dis)informazione si affannano per dipingere gli occupanti- come criminali coperti da organizzazioni pseudo mafiosi e per instillare il timore nei “bravi” cittadini di ritrovare la propria abitazione “occupata” al ritorno da qualsiasi generica commissione. La volontà del Comune e dell’Aler (ente privato che gestisce gli alloggi pubblici) è chiara: porre in aperto scontro “abusivi” e “regolari”. Il dato oggettivo è che nella città di Milano, ci sono attualmente più di 80 000 alloggi di edilizia privata vuoti, ai quali si aggiungono 8000 case di gestione dell’Aler e 3000 del Comune; contemporaneamente l’assegnazione di case alle famiglie richiedenti è bloccata. A livello sia nazionale che regionale è stato varato un piano di vendita di buona parte del patrimonio pubblico consistente negli alloggi popolari. Come ci insegnano nei corsi di economia, per vendere una merce a caro prezzo è necessario che l’offerta sia scarsa e la domanda alta. L’Aler, sull’orlo della bancarotta, ha quindi tutto l’interesse a lasciare vuoti e inutilizzabili buona parte degli appartamenti che gestisce, per poter in tal modo ottenere il massimo profitto dalla vendita degli altri. Ecco che si scatena quindi la guerra alle occupazioni, soluzione concreta per le famiglie in difficoltà ma spina nel fianco degli affaristi operanti tanto per il settore pubblico quanto per quello privato. A fianco di chi rischia ogni giorno di essere sgomberato o sfrattato sono nati in tutte le città italiane comitati di Lotta per il diritto alla casa. Questi, attraverso le parole d’ordine di mutuo soccorso e solidarietà attiva, si impegnano a dare una riposta concreta a questa emergenza; aiutandosi reciprocamente per bloccare e posticipare gli sfratti e occupando appartamenti lasciati vuoti da anni. Tali pratiche non nascono dalla volontà di “tappare i buchi” nell’agonizzante Welfare italiano, ma vogliono essere una lotta politica dal basso contro un sistema economico che, per garantire il “diritto” di banche e aziende di possedere decine di stabili sui quali lucrare, non si fa scrupoli a togliere anche la casa a famiglie spesso già poste in condizioni di disagio da questo stesso sistema. Noi, come studenti, siamo tutt’altro che distanti dalla problematica abitativa. Infatti sono moltissimi gli studenti fuori sede che si scontrano con affitti elevatissimi a cui si aggiunge un costante carovita nella quotidianità milanese. L’Università non da alcuna risposta, ma anzi la sua prima rata è tra le più alte d’Italia, le borse di studio vengono ogni anno ridotte e il numero degli alloggi assegnati agli studenti è irrisorio. Proprio per questa serie di motivazioni sentiamo il bisogno di sostenere i già presenti movimenti di Lotta per il Diritto alla Casa e di avviare un percorso tra gli studenti universitari per dare una risposta collettiva e concreta al problema degli alloggi. Siamo convinti che la soluzione alle nostre difficoltà non possa essere individuale: un problema che ci coinvolge tutti non può che essere risolto tramite l’azione comune.
STOP A SFRATTI E SGOMBERI,
PRETENDIAMO UNA CASA PER OGNUNO E ALLOGGI PER GLI STUDENTI.
L’assemblea di Scienze Politiche si trova tutti i Lunedì e Giovedì alle ore 14.30 allo spazio occupato, via Conservatorio 7