Il 14 Novembre è stata la giornata di sciopero generale contro l’Austerity, misura imposta dai padroni, dalle banche e dai governi dei vari paesi europei, per far pagare la crisi economica – che loro stessi hanno generato – ai lavoratori, agli studenti e ai precari di tutta Europa.
Il 14 Novembre è stata una giornata in cui nelle piazze e nelle strade sono scese migliaia di persone per opporsi a questo sistema di cose. Vari cortei hanno attraversato le città europee; a Milano, uno dei cortei maggiori è stato quello partito da Piazza Cairoli, corteo di studenti medi e universitari che ha attraversato con determinazione le strade del centro della città. Questo corteo ha dato vita a due deviazioni: una che ha cercato di raggiungere la sede dell’Europarlamento, venendo ripetutamente caricata dalla polizia; l’altra che ha portato solidarietà e sostegno al corteo dei lavoratori dell’Ospedale San Raffaele – in mobilitazione a causa di 244 licenziamenti previsti – riuniti in presidio sotto la sede della regione Lombardia.
Al contrario, la chiamata della CGIL in Corso Venezia è stata pesantemente disertata dai lavoratori, segno che le scelte conniventi dei sindacati concertativi in merito ai temi legati al mercato del lavoro, lasciano scontenta la loro stessa base, che subisce ogni giorno le politiche di ristrutturazione sociale dei vari governi.
In tutte le città d’Italia si sono susseguite diverse azioni di protesta e rabbia sociale, pesantemente represse dalla polizia e dai carabinieri con ripetute cariche, lancio di lacrimogeni e caccia all’uomo nei confronti dei manifestanti.
Solo a Roma ci sono stati ben 144 fermi, 8 denuncie e 8 arresti per devastazione e saccheggio (reato del passato fascista, usato solo per reprimere il G8 di Genova!), a cui si vanno ad aggiungere altri 30 indagati per i violenti scontri a Napoli del 12 Novembre, dove un corteo di più di 5000 persone ha provato a riprendersi le strade contro la visita dei ministri Fornero e Profumo in città, riunitisi per un incontro con i loro equivalenti tedeschi.
In momenti di crisi economica e sociale come questi, le uniche risposte da mettere in campo, sono risposte di classe; contro chi ci sfrutta, contro chi ci ruba il nostro futuro, precarizzando tutti gli aspetti delle nostre vite; contro chi ci vuole solo merce da vendere sul mercato del lavoro al più basso costo possibile. Le risposte organizzate di una classe sociale che lotta per riprendersi il proprio futuro, sono le uniche risposte da dare; e sono risposte che governi e padroni temono, tant’è la violenza che mettono in campo per reprimere ogni forma di lotta. Lo abbiamo visto in Val Susa, lo abbiamo visto in Sardegna contro gli operai della Sulcis-Alcoa, lo vediamo in Spagna e in Grecia con i più di 70 arresti effettuati in questi ultimi giorni.
Il capitale è in crisi e cerca di scaricare i costi di quest’ultima sulla classe di noi sfruttati. Siamo sicuri che sia il momento di continuare a lottare per liberarci da questo sistema di sfruttamento. E pensiamo che il modo più giusto per farlo sia quello di continuare a lottare ogni giorno – non solo nei momenti di mobilitazione – nei propri posti di lavoro, nei propri quartieri, nelle proprie scuole e università.
È proprio in università che noi continueremo, come abbiamo sempre fatto. Perché è importante continuare a lottare contro un sistema universitario aziendalizzato, dove ciò che conta sono soltanto le lezioni che ci vengono impartite dai baroni, e dove vengono falciate tutte le possibilità di accesso ai diversi saperi alle classi meno abbienti tramite i tagli al diritto allo studio, che di fatto impongono una selezione di classe all’ingresso dell’università.
“La protesta è quando dico che una cosa non mi sta bene. Resistenza è quando faccio in modo che quello che adesso non mi piace non succeda più.”
Noi continueremo a resistere. E tu?
LIBERARE TUTTI VUOL DIRE LOTTARE ANCORA! SOLIDARIETÀ A TUTTI GLI ARRESTATI!
RED NET – Rete delle realta’ studentesche autorganizzate
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