Da ormai vent’anni vediamo il susseguirsi di continue riforme del sistema formativo. Ultima in ordine di tempo sarà la riforma Profumo, per ora solo disegno di legge. Tutti questi provvedimenti fanno parte di un progetto che sta sempre più piegando il sistema della formazione, e quindi anche l’università, agli interessi dei privati e della produzione. L’istituzione di misure come quella dello “studente dell’anno”, che da quest’anno vedrà all’interno delle scuole superiori la scelta dello studente più “meritevole” (ossia di quello che meglio si adegua alla competitività richiesta dal mondo del lavoro) si collega all’introduzione del fondo per il merito in università. Tale fondo, previsto dalla riforma Gelmini, sostituisce le borse di studio prima riservate agli studenti a basso reddito, contribuendo così a creare un’università sempre più riservata a coloro che possono permettersi di pagarla.
Ma il processo di ristrutturazione del sistema formativo che sta interessando l’Italia é un processo osservabile sia a livello europeo che a livello mondiale. Infatti, mentre il processo di Bologna cerca di equiparare e uniformare le università dei paesi all’interno dell’UE, in Canada e in America Latina assistiamo ad un progetto sempre più palese di elitarismo del sistema accademico. Così mentre in Cile da anni gli studenti scendono in piazza per un’università gratuita e non più di classe, in Québec la vittoria degli studenti ha portato al ritiro della legge che prevedeva le tasse raddoppiate già da quest’anno accademico.
La lotta paga!!
Quello che abbiamo é quello che ci siamo presi e quello che ci siamo presi é una piccola parte di quello di cui abbiamo bisogno!