Contro Crumiri e servi del potere:Antifascismo e Resistenza

av-popNella settimana dal 25 aprile al 2 maggio Milano
sarà protagonista del teatrino inscenato da varie forze della destra neo-fascista (FN, Forza Nuova, Casa Pound, Blocco studentesco, Fiamma
Tricolore, Skinhouse, con il contributo di Pdl e Lega e il beneplacito
del PD) nel tentativo di ritagliarsi un giardinetto in cui giocare. Il
teatrino
si concluderà il 7 maggio con il corteo nazionale indetto a Roma dal
Blocco Studentesco. Questa settimana di movida neofascista non ci coglie
certo di sorpresa, il movimento contro i tagli e le riforme Gelmini, lo
scorso anno, ha avuto già modo di confrontarsi con questa realtà,
poiché laddove esplodono delle conflittualità il fascismo
riappare.

Nella variante
apparentemente anti-istituzionale di Blocco Studentesco (propaggine di
CasaPound Italia) e in quella istituzionale di Azione Universitaria (Alleanza
Nazionale). Nonostante i ʻcameratiʼ del blocco (e di Casa Pound in generale)
rivendichino una loro autonomia dalle istituzioni, tutte le loro apparizioni
hanno dimostrato lʼesatto contrario. I collegamenti col potere sono chiari,
lampanti e naturalmente logici, visto che i ʻfascisti del terzo millennioʼ,
fanno sempre gli interessi del potere.

Lo stesso succede
per Azione Universitaria. Infatti, più che fascisti, noi preferiamo chiamarli
con il loro vero nome: crumiri. Il loro ruolo è proprio questo: come il
lavoratore non sindacalizzato è spesso disposto a qualunque compromesso, il
giovane di AU cerca di farsi bello agli occhi del padrone (o dei poteri
baronali), cercando di frenare le lotte o di deviarne il significato.
La nostra preoccupazione maggiore però non è contrastare i momenti in cui
Casapound o AU mettono in atto le loro provocazioni. Piuttosto, come la storia
ci ha insegnato, siamo preoccupati più dei patroni che a questi personaggi
offrono protezione, dentro e fuori le università. O del progetto politico di cui
sono espressione: col pretesto di difendere questi soggetti, gli sbirri possono
irrompere nelle facoltà. Battaglioni di sbirri in assetto antisommossa e digos
militarizzano quindi lʼuniversità, col beneplacito di rettori e sindaci.

Istituzioni baronali,
giovani rampolli-crumiri, polizia e potere politico, ecco svelato il mistero
della santa alleanza di coloro che tentano di mantenere i propri privilegi
facendoli pagare a studenti e lavoratori, mentre parlano di legalità e
democrazia. Siamo del resto consapevoli che il dilagare di razzismo, fascismo e
omofobia ha radici ben precise. Il revisionismo storico, portato avanti anche dai vari baronati di sinistra, tenta di sradicare la memoria e i
valori della lotta di resistenza contro il fascismo.

I vari mass media
ovviamente diffondono questa tendenza, con lʼobiettivo di spostare il conflitto
e le rivendicazioni sociali in una direzione precisa, indicando come nemico
lʼextracomunitario che ruba e violenta, piuttosto che il padronato, vero
responsabile della crescente precarietà e povertà (materiale e morale) che
tutti subiamo. Il risultato è, come sempre, la guerra tra poveri.

Riaffermiamo,
quindi, che per noi lʼantifascismo dentro e fuori lʼuniversità è una pratica
quotidiana, che si costruisce giorno dopo giorno, togliendo ogni agibilità
politica a chi teorizza e pratica la violenza squadrista, il razzismo, il
sessismo e la discriminazione, ponendosi nel conflitto di classe sempre come cane da guardia del padrone.

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