La crisi c’è, e si vede. Il crollo degli indici e la perdita di valore del grande capitale, fin’ora rimasti sui giornali e nel portafoglio-titoli di azionisti e speculatori, ora entra nella quotidianità delle persone. Cassa integrazione e disoccupazione portano nelle case della gente la dura realtà di un sistema che ha abusato delle classi subalterne e delle risorse naturali, ha inventato la ricchezza attraverso la fantasia della finanza creativa, e ora vuole che chi ha sempre subito faccia un ulteriore sforzo, si lasci spremere ancora un po’, in nome del benessere sociale e di un ritorno alla prosperità. A Londra i 20 grandi si sono riuniti per trovare una soluzione per salvare questo modello economico, una soluzione che permetta a chi ha sfruttato di continuare e farlo, e constringa chi ha subito a subire ancora. Capitalism doesn’t work, questo gridavano nell strade della City, per ribadire che è il sistema a creare le sue stesse crisi, non l’avidità di pochi banchieri.
Nel frattempo, a Strasburgo, altri grandi cercavano una soluzione per evitare che chi vuole cambiare esca dai canoni della protesta consentita, mettendo degli ostacoli sulla strada della pace sociale necessaria a far ripartire la grande macchina liberista. Vogliono farsi trovare preparati quando qualcuno vorrà "bussare" alla loro porta chiedendo ciò che gli spetta.
Sempre quei grandi, si riuniranno quest’estate sull’Isola della Maddalena, per quella sfilata chiamata G8, non prima di aver sparso per l’Italia incontri "operativi", su tematiche specifiche. Tra questi incontri, in calendario, c’è anche il "G8 University Summit", a Torino, in cui i rappresentanti degli atenei degli otto paesi provvederanno perchè l’università contribuisca al meglio in questa fase. Come? Ricercando i sistemi migliori perchè la guerra porti pochi costi e tanti guadagni, per esempio. Oppure, ecco il nostro turno, fornendo tutto quell’impianto ideologico-teorico, ben protetto da eventuali attacchi, che giustifcherà ogni porcata decisa dai "capi di stato e di governo", o dai loro ministri.
Così, appare chiaro il ruolo -la cattedra- che occupano i loschi figuri che popolano gli uffici sopra le nostre teste, i dipartimenti (che li popolino in pianta stabile o tra una legislatura e l’altra fa poca differenza), grandi protagonisti dell’impianto ideologico di cui sopra.
SOLO SCARDINANDO QUESTO SISTEMA potremo porre fine e questo circuito che parte lontano ma arriva molto, molto vicino a noi.
Per questo ci siamo impegnati quest’autunno contro i nuovi decreti e le nuove leggi che tagliano i fondi a un’università già volutamente martoriata, e sempre per questo il 17, 18 e 19 Maggio saremo a Torino, con altri studenti da tutta Italia, per far leva su uno dei cardini perchè il sistema inizi a traballare.[…]
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