Il 2 dicembre 2013 è iniziato un processo a carico di cinque compagni del collettivo Riscossa di Catanzaro per dei fatti risalenti al 30 ottobre 2010. In tale data, il collettivo Riscossa organizzò la presentazione di una rivista di contro-informazione nella propria sede. Al termine dell’iniziativa politica, mentre si preparava per la cena sociale, alcuni fascisti assaltarono la sede del collettivo e tentarono invano di entrarvi. Dopo essere stati messi in fuga dai compagni, i fascisti tornarono in numero maggiore per perpetrare una seconda aggressione, accoltellando un compagno con due fendenti alla schiena.
Subito dopo l’aggressione si assistette al solito copione della polizia che, col falso intento di fare chiarezza sui fatti, tentò di ribaltare la situazione: chi andò a trovare il compagno in ospedale venne identificato, vi furono interrogatori negli uffici della DIGOS, perquisizioni della sede e una denuncia per detenzione di arma bianca (cioè una piccola falce esposta nella biblioteca autogestita del collettivo).
Nei giorni successivi fu la macchina mediatica ad entrare in azione: dall’aggressione di stampo fascista si passò alla “rissa tra bande” e agli “opposti estremismi”.
Come se non bastasse aggressioni, minacce e atti intimidatori continuarono nel tempo.
I compagni che allora difesero la loro iniziativa e la loro sede sono oggi imputati dei reati di concorso in rissa e lesioni gravissime e plurime, rischiando fino a 16 anni di carcere.
Il nostro intento è quello di non lasciare isolato chi lotta ogni giorno e ridare una giusta lettura dei fatti. L’aggressione ai danni dei compagni di Catanzaro infatti, non è stata dovuta al caso: i compagni del Riscossa erano attivamente impegnati nelle lotte studentesche, in quelle per la difesa del territorio e a fianco dei lavoratori, cosa che dava dell’ evidente fastidio al monopolio delle organizzazioni fasciste presenti in città e ai poteri forti locali a loro affiliati.
Essere antifascisti significa innanzitutto avere la consapevolezza che fascismo e nazismo si sono storicamente determinati per contrastare le lotte che avanzavano rivendicazioni di classe, in modo tale da assecondare gli interessi del sistema socio-economico vigente che si è così preservato dalle spinte di emancipazione delle classi sociali subalterne. Fedeli conservatori del capitalismo, pronti ad attaccare il movimento dei lavoratori portando avanti istanze reazionarie, da sempre giocano sul concetto di nazionalità per definire lo sfruttamento, quando sempre più ci accorgiamo quanto lo scontro sia tra lavoratori che pagano la crisi e imprenditori che mirano ad accrescere i loro profitti, e questo in ogni paese. Essere antifascista e rivendicarsi il diritto di non lasciare nessuno spazio a retoriche e politiche fasciste significa dunque combattere un modello socio-economico basato su diseguaglianze e sfruttamento.
Dal canto nostro, come studenti, abbiamo già avuto a che fare con chi propone politiche fasciste: nei loro programmi dichiarano che vorrebbero più connessioni tra università e aziende andando perciò a legittimare il processo di aziendalizzazione dell’università, già drammaticamente contaminata da logiche estranee al sapere critico, sempre più assoggettata al profitto e riservata a pochi.
Dobbiamo a tutti i costi fare in modo che nei luoghi dove più si palesano le contraddizioni del sistema economico non si formino vuoti di contenuti e riflessioni, vuoti che il fascismo sa opportunamente colmare in senso reazionario.
Vogliamo dunque ricordare a tutti e tutte che il 17 Gennaio un’organizzazione neofascista (Gruppo Alpha) terrà in Festa del Perdono una conferenza. In tempi di crisi, retoriche populiste e reazionarie rischiano di trovare nuova linfa vitale: questi gruppi infatti, cercano di nascondere le reali cause che stanno alla base della crisi economica e delle politiche lacrime e sangue emanate dai vari governi cercando di incanalare la rabbia di chi è affamato verso derive nazionaliste e xenofobe. Abbiamo più volte argomentato come la crisi sia una diretta conseguenza dell’attuale sistema economico di produzione capitalistico e come non vi sia alcuna uscita dalla crisi che non sia una fuoriuscita dal capitalismo (altro che euro si, euro no!).
Consapevoli che la solidarietà sia un’arma, pensiamo che non ci sia miglior modo di portare solidarietà ai compagni sotto processo che andare tutti ad impedire questo ritrovo neofascista in università.
7 gennaio: Giornata Antifascista! ore 16 banchetto di contro-informazione + aperitivo benefit per le spese legali del collettivo Riscossa Catanzaro @ Cortile di Scienze Politiche, Via Conservatorio,7.