Oggi
18 marzo si è svolta la manifestazione indetta dalla Cgil riguardante tutti i
settori della conoscenza. A Milano un elemento positivo della partecipazione
degli universitari è stata la scelta, a fine corteo, di riportare i contenuti e
i motivi dello sciopero alle migliaia di persone che quotidianamente viaggiano
in metropolitana.
Lo scopo
dell’iniziativa era quello di uscire dai confini stretti che vedono lo sciopero
come un evento circoscritto a un determinato luogo della metropoli e che
riguarda soltanto chi vi partecipa direttamente. Muovendosi da Duomo a Loreto,
da Pta Genova a Cadorna fino a Pta Garibaldi, circa settanta studenti da
diverse facoltà hanno letto vari comunicati riguardanti i tagli all’università,
le limitazioni al diritto di sciopero, e la generale situazione economica di
crisi che colpisce gli studenti così come i lavoratori ma
nello specifico le fasce più deboli. Per
ribadire la totale solidarietà ai
lavoratori e soprattutto a quelli dell’Atm (i primi ad essere colpiti dal decreto-legge
sullo sciopero appena emanato) lo spezzone
si è diretto successivamente, dopo lo speakeraggio in stazione Garibaldi, verso
il deposito Atm di via Messina.
Si
è chiacchierato tranquillamente con i lavoratori, spiegando i motivi della
nostra visita e raccontandoci a vicenda le nostre condizioni di soggetti
colpiti dalla crisi. Di fronte ad un semplice volantinaggio ed un incontro tra
lavoratori e manifestanti, l’uscita del deposito è stata bloccata da un cordone
di polizia in assetto anti-sommossa. Dopo qualche chiacchiera con i lavoratori,
il gruppo di studenti, accompagnati da alcuni lavoratori, si è diretto verso
l’altra uscita del deposito, in via Monviso.
Non
appena usciti dal deposito gli studenti sono stati circondati da celere e
carabinieri già in assetto antisommossa, con la richiesta da parte della digos
di identificare tutti i presenti. L’azione pressoché inspiegabile, dal momento
che era chiaro a tutti che la giornata era finita con quel volantinaggio, è durata
per circa un’ora e mezza.
Mentre
rimanevamo fermi gli agenti gridavano ai passanti o alla gente che si
affacciava dai balconi di andare via o di chiudersi in casa, e non sono mancanti
i soliti insulti gratuiti. L’intento, da parte loro, era la speranza di poter
ripetere ciò che oramai è diventato un copione nazionale, e di cui i fatti di
Bergamo sono stati solo un recente esempio; ma che poche ore prima si era già
verificato a Roma con le cariche degli studenti alla Sapienza. A speranza
fallita il l’accerchiamento si è sciolto lasciando defluire gli studenti.
Ciò
che abbiamo percepito di tutta questa vicenda è stata l’irritazione delle forze dell’ordine di fronte ad
un’iniziativa che, ponendosi l’obbiettivo di intessere relazioni con i
lavoratori, è stata portata avanti senza alcuna concertazione. Se a Roma è
appena entrato in vigore un protocollo che limita le manifestazioni pubbliche,
a Milano con o senza legge la libertà di manifestazione viene di fatto
limitata.
In
tempi di crisi un unico elemento costituisce il punto di forza delle lotte che ci aspettano: ovvero l’unione di
tutti quei soggetti su cui quotidianamente la classe dirigente scarica i costi
di questa crisi. Tra le preoccupazioni dei nostri governanti, vi è la
possibilità che l’antagonismo sociale
espresso da ampie porzioni delle classi subalterne, costituisca il reale
tallone d’Achille del sistema capitalista.
Assemblea Studenti Scienze Politiche