Nelle
ultime tre settimane è nato e cresciuto un forte movimento nel mondo della
scuola e dell‘ università che sta
mettendo in difficoltà il governo: dichiarazioni smentite in poche ore e
Ministri che disertano le iniziative pubbliche per paura delle contestazioni.
Da ultimo, il 2 novembre Berlusconi ha dichiarato che è meglio rimandare la
presentazione della riforma dell’università perché il clima è troppo teso.
L’opposizione (PD) e le autorità accademiche (CRUI e AQUIS), finora silenti,
decidono di uscire allo scoperto per cavalcare le mobilitazioni e proporci
quella che chiamano “la vera riforma dell’università”.
ultime tre settimane è nato e cresciuto un forte movimento nel mondo della
scuola e dell‘ università che sta
mettendo in difficoltà il governo: dichiarazioni smentite in poche ore e
Ministri che disertano le iniziative pubbliche per paura delle contestazioni.
Da ultimo, il 2 novembre Berlusconi ha dichiarato che è meglio rimandare la
presentazione della riforma dell’università perché il clima è troppo teso.
L’opposizione (PD) e le autorità accademiche (CRUI e AQUIS), finora silenti,
decidono di uscire allo scoperto per cavalcare le mobilitazioni e proporci
quella che chiamano “la vera riforma dell’università”.
Quella prospettata da
loro è una falsa soluzione: preservando gli atenei “virtuosi” e lasciando
affondare gli atenei meno “eccellenti” non si arriva ad un miglioramento del
sistema universitario italiano. L’università è in crisi per colpa di chi la
gestisce. Infatti gli “sprechi” non sono determinati dall’eccesso dei fondi, ma
dal fatto che questi sono gestiti da lobby di baroni. In base a che cosa i
baroni della CRUI, dell’AQUIS e del PD vorrebbero valutare il merito?
loro è una falsa soluzione: preservando gli atenei “virtuosi” e lasciando
affondare gli atenei meno “eccellenti” non si arriva ad un miglioramento del
sistema universitario italiano. L’università è in crisi per colpa di chi la
gestisce. Infatti gli “sprechi” non sono determinati dall’eccesso dei fondi, ma
dal fatto che questi sono gestiti da lobby di baroni. In base a che cosa i
baroni della CRUI, dell’AQUIS e del PD vorrebbero valutare il merito?
Quando si
pensa al merito si crede che sia possibile misurare il valore di uno studente,
di un lavoratore, di un ricercatore, di un docente, in base ad una scala ‘oggettiva’.
In realtà la scala che ci propongono esprime un chiaro indirizzo politico,
quello espresso nelle linee guide dei processi di Lisbona e di Bologna: affiancare a ogni riforma del mercato del
lavoro una riforma del mondo della conoscenza per adeguare sempre più
l’orientamento della didattica e della ricerca agli interessi delle imprese.
pensa al merito si crede che sia possibile misurare il valore di uno studente,
di un lavoratore, di un ricercatore, di un docente, in base ad una scala ‘oggettiva’.
In realtà la scala che ci propongono esprime un chiaro indirizzo politico,
quello espresso nelle linee guide dei processi di Lisbona e di Bologna: affiancare a ogni riforma del mercato del
lavoro una riforma del mondo della conoscenza per adeguare sempre più
l’orientamento della didattica e della ricerca agli interessi delle imprese.
In tutto
ciò, ai baroni non interessa che l’università rimanga pubblica o diventi
privata, quanto che essi non perdano le proprie nicchie di potere.
Noi non pagheremo né la crisi del capitale, né la crisi dell’università
baronale.
Non siamo
in mobilitazione per difendere l’esistente ma per trasformare l’università dal
basso e in autonomia.
Appuntamenti
alla facoltà di Scienze Politiche via Conservatorio 7
Martedì h. 16:00 aula 5
“Giornalismo e manipolazione” con A. Robecchi giornalista del
Manifesto.
Mercoledì 5/11, Assemblea di facoltà h. 12:30 in cortile
(in caso di maltempo l’assemblea si farà lo stesso in un luogo coperto)
Assemblea di Facoltà di Scienze Politiche