Quello che stiamo facendo non è ancora abbastanza. La manifestazione di
venerdì 17-10 ci ha dato solo una misura della nostra forza, della nostra
capacità di muoverci sul terreno della metropoli. Ora si tratta di usare
appieno questo potenziale, di trasformarlo in una forza capace realmente di
mutare l’esistente. Il momento è quello buono: la riforma che investe il mondo
dell’università è solo un tassello nei meccanismi di ristrutturazione sociale
che hanno visto i vari governi di destra-centro-sinistra uniti nel distruggere
lo stato sociale, o nel ridurre salari e pensioni.
Occorre muoversi in fretta: il continuo sviluppo di questa mobilitazione
non ci lascia tempi morti. Da quando abbiamo iniziato,ogni livello raggiunto è
stato subito superato: dall’occupazione
del rettorato all’assedio del senato accademico, con i cortei interni che si
sono trasformati in blocchi stradali, mentre la manifestazione oceanica di
venerdì scorso ha paralizzato le vie di Milano. Per arrivare alla giornata di
Martedì 21, dove gli Stati Generali riuniti alla Statale hanno dato via ad un
corteo spontaneo ed assolutamente non previsto, che ha bloccato nuovamente il
centro della metropoli per ore. Dall’altra parte hanno risposto: la stazione di
Cadorna,tappa finale del corteo, è stata difesa a suon di manganellate dagli
sbirri di De Corato. Ma sappiamo bene che se ci colpiscono è perché rappresentiamo
una reale minaccia, è perché stavolta l’ingranaggio potrebbe incepparsi […..]
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