Matricole e non, come ogni anno ci ritroviamo a dover far fronte alle spese per l’acquisto dei libri. Per quanto riguarda Scienze Politiche, se fino all’anno scorso vi erano due librerie, Cuesp e Cusl, ora, dopo la chiusura della prima, è rimasta solo la Cusl a lucrare su questo ghiotto settore. Tra caro libri e continui aggiornamenti delle versioni da acquistare, l’unico a rimetterci è solo lo studente che deve far fronte a tali spese in continuo aumento, esattamente come quelle dei trasporti, degli alloggi e delle tasse universitarie.
Ma perché tale settore è in mano ad una sola libreria come la Cusl?
Premettiamo che la Cusl altro non è che uno dei tentacoli di CL, cioè Comunione e Liberazione, nota associazione cattolica integralista, che tra le altre cose gestisce la presidenza della regione Lombardia con a capo Formigoni.
Quindi, partendo dal fatto che le librerie altro non fanno che far profitti in un settore che l’università lascia totalmente nelle mani dei privati, bisogna ricordare che prima v’erano più attori a spartirsi l’ampia torta di guadagni, mentre ora la gestione delle librerie è monopolizzata dalla Cusl. Fa riflettere, infatti, come a tal proposito la delibera per far si che vi sia un’altra libreria al posto della ormai defunta Cuesp, sia ferma nell’ufficio legale dell’università, per ovvi motivi di interesse, considerando che la quasi totalità dei suoi dipendenti é di CL.
Non ci interessa qui dilungarci sui costanti ed immensi favoritismi di cui gode CL all’interno dell’università (basti pensare che il rettore Decleva è un ciellino della prima ora e che per esempio la Cusl paga un affitto miserevole rispetto alle altre librerie); vorremmo piuttosto indagare come tale rete di comando influisca sulla nostra condizione di studenti.
Pur sapendo che la privatizzazione dell’università ed i tagli conseguenti non sono sola opera ciellina, dobbiamo evidenziare il fatto che il “timone della barca” in Lombardia è nelle loro mani.
La Regione infatti si è resa responsabile dei drastici tagli alla sanità ed all’università pubblica. E mentre sempre più corposi finanziamenti piovono sulle università e sulle cliniche private, negli ultimi tre anni la regione ha aumentato di 100 euro le tasse universitarie e tagliato del 60% le borse di studio.
La nostra condizione di studenti non è quindi esente da tale gestione; ma, al contrario, noi studenti rappresentiamo un ulteriore fonte di profitto per lor signori.
CL mira quindi ad ampliare il proprio consenso e controllo, e nell’università questo significa impossessarsi della ricerca, delle cattedre e di tutti quegli ambiti in cui si è a contatto con gli studenti, librerie in primis.
Fuori dall’università invece questa gestione assume sfaccettature al limite del grottesco; per chi è uno studente pendolare basti pensare che Trenord, mentre taglia le corse regionali ed aumenta i biglietti in
modo vertiginoso, finanzia corposamente il meeting annuale di Comunione e Liberazione a Rimini.
Se vuoi spiegazioni sul perché stamattina il tuo treno era in ritardo puoi sempre chiedere conto ai gentili ragazzi della Cusl.
Ben consci dei limiti che un boicottaggio di una libreria presenta, siamo però convinti che, solo nella comprensione dei ruoli e delle responsabilità di chi opera all’interno dell’ambiente universitario si possa poi passare a forme di rivendicazione più ampie contro questo meccanismo.
Meccanismo che fa di noi studenti merce da dare in pasto prima a chi gestisce ed aziendalizza il sapere e poi direttamente alle aziende. Non comprare un libro quindi non basta, comprarlo però basta a legittimarli.